Michele e Enovely: passione vino

Avete mai fatto un viaggio in un calice di vino? Se vi sembra qualcosa di impossibile non solo vi sbagliate, ma non conoscete Michele Girelli.

Nato a Trento nel 1991, la storia di questo giovane imprenditore è un susseguirsi di scoperte che lo hanno portato a trasformare in mestiere una passione che cerca di trasmettere giorno dopo giorno con impegno ed entusiasmo. 

Ma facciamo un passo indietro. 

La prima scoperta avviene quando Michele, mentre lavora in uno studio tecnico dopo aver concluso gli studi superiori, capisce che l'indole impiegatizia proprio non gli appartiene. Il “lavoro ideale” è ancora una nebula ma di una cosa è certo: “Sentivo che la mia professione non avrebbe potuto prescindere dalla componente del contatto umano”.

Michele inizia a lavorare in un bar e lì si imbatte, suo malgrado, nella seconda scoperta. Con un'attenzione quasi da sociologo, si rende conto che l'atto di prendere un caffè, quello che gli italiani continuano a definire “un rito”, non somiglia affatto ad un rito ma ad una consuetudine sempre più frettolosa. “Vedevo i clienti svuotare le loro tazzine trasformando nella mera consumazione di un prodotto, quello che invece dovrebbe essere un vero e proprio momento, non solo conviviale, ma anche di attenzione e apprezzamento verso quello che si sta bevendo”. 

Insomma, a Michele, non vedere valorizzata questa bevanda, le sue origini, le sue varietà e la sua produzione, proprio non va giù, e decide che se agli altri basta svuotare in fretta la tazzina, lui vuole imparare, studiare, conoscere. I soldi che guadagna preparando caffè, li impiega per formarsi. Segue dei corsi presso l'Accademia italiana maestri del caffè (AICAF) e si guadagna il titolo di Sommelier Espresso. 

La terza scoperta arriva poco dopo, leggendo un libro sul vino. Un colpo di fulmine che gli dà la spinta per iniziare un percorso di lavoro e formazione e finirà per trasformarsi in una passione che non accenna a spegnersi ma, al contrario, si alimenta di giorno in giorno grazie alla sua capacità di innovarsi, sperimentare e mettersi in gioco.

E' il 2014 quando Michele inizia a frequentare i corsi e a sostenere gli esami, presso l'Associazione italiana sommelier del Trentino. “Durante il percorso che mi ha portato, nel 2016, a conseguire il diploma di sommelier, ho compreso quanto il vino fosse affascinante, in grado di racchiudere in un calice tutta l’essenza del proprio territorio e delle persone che lo custodiscono. In Italia e in Europa esistono territori con una storia ed un legame con il territorio davvero sorprendente, come ad esempio le Langhe, la Borgogna o il Priorat, realtà che è giusto conoscere, per comprendere l’affascinante concetto di “terroir” e poter apprezzare un vino fino in fondo”.

Nel 2016 Michele ottiene il diploma di Sommelier ed inizia a lavorare per una serie di realtà prestigiose nel settore dei vini, ma per quanto sia gratificante, sente che la sua voglia di imparare e migliorarsi non si è ancora esaurita. 

Questa volta la destinazione dei suoi studi è Colorno, vicino a Parma. Non in un luogo qualsiasi, ma nella Scuola internazionale di cucina italiana (ALMA) fondata dal grande Gualtiero Marchesi. Nove mesi di sacrifici, tra lunghi viaggi, studi fino a tarda notte ed esami, per raggiungere una preparazione specifica dedicata alla comunicazione del vino e ricevere il diploma di Master Sommelier, coronato dall'onore di aver presentato un progetto di tesi riconosciuto come il migliore del corso. 

Con questi titoli, e un contratto di lavoro piuttosto prestigioso e ben remunerato all'attivo, verrebbe da pensare che Michele sia finalmente soddisfatto.

E invece no. Sfidando la paura di un possibile salto nel buio, lascia il posto fisso per perseguire un obiettivo ben definito: “Volevo essere libero di dare sfogo alle mie idee, alle sfide creative legate al mio mestiere che sognavo di mettere in campo. Volevo, in poche parole, creare un progetto che fosse soltanto mio”. 

 Nel 2019 le idee di Michele non passano inosservate, permettendogli di trovare dei finanziatori, così il suo sogno, non senza tanto impegno e fatica, si realizza: nasce Enovely, una nuova realtà in linea con il modo di Michele di vedere il mondo del vino.

“Il nome Enovely nasce dall'unione di tre parole che sono al contempo le protagoniste e il cuore del progetto: “Eno” fa riferimento, chiaramente, al vino. “Novel” la novella, il racconto, perché dietro ogni bottiglia c'è una storia, e “Lovely”, perché l'amore per questo mondo è qualcosa di imprescindibile”. 

Nato come e-commerce, oggi Enovely annovera più di 400 etichette italiane ed europee, raccontate attraverso la valorizzazione del territorio in cui viene coltivata la materia prima, e le storie dei produttori. 

 “Emergere sul web non è facile -confessa Michele- la concorrenza è molta e io mi occupo da solo della gestione del progetto, cosa che richiede un grande impiego di forze e tempo, ma che mi ripaga in termini di soddisfazione”.

Non solo vendita online ma anche organizzazione di apprezzatissimi laboratori di degustazione che chiama Enovely Experience, e le varie partnership con realtà come quella di Pulk, che Michele ha accettato con l'entusiasmo che lo contraddistingue: “In Pulk ho trovato prima di tutto una grande affinità di pensiero. Entrambe le nostre realtà si occupano di diffondere cultura, di suscitare la curiosità di chi magari non si era mai approcciato a determinati temi. Cerco di presenziare sempre agli eventi e lo faccio con estremo piacere, perché credo nel valore dello scambio e della collaborazione”.

 

Alice Sommavilla, n. 1, L’Isola che c’è per Pulk

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