Alice e le storie di Pulk

“L’Isola che c’è” è scritta da Alice.

Conosciamola meglio…

Io sono Alice, nata nel 1987 e cresciuta all'ombra dei monti trentini. Scarabocchio le prime parole a due anni e da allora, la penna, non la poserò più.
A quattrodici anni so che "da grande" voglio scrivere, ma mia madre mi porta a visitare una mostra sui diritti umani e con quella sorprendente chiarezza che è spesso solita sopraggiungere nei momenti cruciali della nostra vita, realizzo che quello che mi interessa, quello che voglio approfondire, il lavoro per il quale accetterei uno stipendio ma che farei anche gratis, ha a che fare con questo. Con i diritti di tutti ma soprattutto di chi di diritti non ne ha. 
Mi iscrivo alla facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche: non voglio avere una laurea, voglio conoscere il mondo. 
Allo studio affianco il volontariato in diverse realtà che mi portano a conoscere le storie di persone provenienti da tutto il mondo ma soprattutto da quel mondo che, con una supponenza che mi riesce difficile comprendere, viene classificato come “terzo”. Paesi sottosviluppati, spesso in balìa di guerre civili, dove i diritti non esistono e sopravvivere diventa una sfida. Insomma, agli occhi del mondo globalizzato, si tratta di decathlon minori e per questo quasi sempre ignorati. 

Confrontarmi con persone che hanno vissuto, o vivono quotidianamente una roulette russa con la vita, alimenta non solo la mia empatia, ma anche il mio interesse verso le loro storie.

La diversità mi affascina, la sana curiosità verso la ricchezza che deriva dallo scambio e dal confronto con mondi vicini e lontani, si fa sempre più viva.


Ma convogliare tutto questo in una strada da seguire professionalmente, è ancora difficile. 
Sarà un corso in politiche e istituzioni del Medio Oriente a farmi innamorare perdutamente di quella parte di mondo che si estende dalla Mauritania all'Afghanistan. 
La nebbia si dipana perché, come dice proprio un proverbio arabo: "Quando si ha una passione da seguire, anche il deserto si trasforma in una strada".
E la mia passione è lì: nello studio delle tradizioni, della cultura, della storia, delle contraddizioni, della religione, dei conflitti e naturalmente anche della lingua del mondo arabo (impresa tutt'altro che facile!)
Dopo essere approdata alla scrittura come cronista, e aver contribuito a diversi report dall'estero, inizio ad occuparmi di attualità, immigrazione e diritti umani. Mi specializzo e divento, ufficialmente, Mediorientalista.
Contemporaneamente mi spendo per dare il mio contributo nella lotta allo stigma sociale che, purtroppo, è ancora difficile far scomparire; per convincere le persone che ogni essere umano ha il diritto a non essere discriminato e scardinare pregiudizi che sembrano diventare sempre più coriacei all'interno della nostra società.
Dopo aver viaggiato e vissuto altrove, ritorno a vivere a Trento e scopro Pulk. 
Colpita dall'originalità del progetto, mi documento e incontro una realtà che sposa in pieno la mia visione del mondo, non solo per quanto riguarda i temi legati all'integrazione, ma anche al modo di promuovere la cultura dello scambio e dell'arricchimento reciproco attraverso una serie di iniziative piacevoli e coinvolgenti.

E quindi eccomi qui, felicemente a bordo di questa nave piena di idee, progetti, colori, sorrisi, e tanta umanità. 






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